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dicembre 25, 2011 / Cento passi

Il Signor Giardiniere

Il Signor Giardiniere

Quando arrivo da Renzo già mi predispongo a non avere fretta, ad ascoltare con calma le sue storie di piante. Varco il cancellino che porta alla sua serra e vedo subito le sue creature, una serie di vasi in cui ha messo le talee di rose antiche, gli esili pini nati da pinoli trovati al mare – uno per ogni nipote dell’architetto che è il proprietario del giardino – e le onagre pronte per essere regalate agli amici. Già, le onagre, questa è la storia che voglio risentire da lui, quando racconta della sera d’estate che ha invitato tutti i suoi amici per vedere questa particolare fioritura. “Bisogna aspettare che sia quasi buio, poi, all’improvviso il fiore giallo si allarga, ruotando un po’, e si apre quasi di botto.” Spiega, mimando con la mano l’apertura. “Se ne hai tante tutte insieme è come vedere una esplosione di fuochi artificiali. Poi una falena, grande, sbucata dal nulla, viene a suggere il nettare e poi scompare.” “E’ ogni volta un miracolo della natura.”

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dicembre 25, 2011 / Cento passi

Il cimitero allegro

Il cimitero allegro

Era una bambina di 3 anni, si vede dalla data incisa nel legno, ma dal disegno colorato in cui una macchina la colpisce, con la sua gonna ricamata e la camicia bianca con le maniche a sbuffo, sembra più grande. Il disegno è circondato da rombi colorati verdi, rossi, gialli, blu, da due cuori e due “ali” verdi e si perde in mezzo alle altre centinaia di croci di legno dai colori vivaci, ognuna che racconta una vita che fu. C’è chi è stato ucciso durante la guerra o e morto schiacciato da un trattore, chi beveva troppo, chi era un buon padre di famiglia. Ognuno con la sua vita ricordata in un piccolo quadro e un epitaffio in rima che ne racconta la vita. Questa Spoon River non è in America, ma in un piccolo paese della Romania a poca distanza dal confine con l’Ucraina e si chiama; “Il cimitero allegro”.

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dicembre 25, 2011 / Cento passi

Il lago di Scutari

Il lago di Scutari

Siamo andati a cercare quella che era indicata come la spiaggia più bella di tutto il lago e l’abbiamo trovata, qui a Murici, minuscolo paese del Montenegro, dominato da uno slanciato minareto. Nonostante siamo a metà settembre la cappa di caldo è micidiale. Iniziamo ad entrare nell’acqua affondando i piedi nel limo che cede per qualche centimetro sotto il nostro peso. L’acqua ha la temperatura del nostro corpo e non ci accorgiamo quasi di essere entrati in un liquido. Le alghe, sospinte da una leggera corrente da sud, vengono verso di noi in piccoli fastelli e le allontaniamo con leggere bracciate. Ci stiamo un’ora, guardando le rovine di un castello che faceva da prigione al tempo dei turchi in mezzo al lago, in mezzo alle alghe.

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dicembre 25, 2011 / Cento passi

La “Selva di Sogno”

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Non so quante tonnellate di pietre Manfredo ha spostato in vita sua, ma di una cosa sono sicuro; tutte le torri di pietra, i mandala di ciottoli, le riproduzioni fantastiche di templi fatti con scarti di marmo, rottami arrugginiti o pezzi di vetro stanno insieme solo per equilibri leggeri, a volte quasi sorprendenti. Pietre adagiate tra l’erba ricordano corpi umani, pietre diventano caricature di facce animalesche, sassi levigati o naturali sono allineati come in una vetrina di un negozio di scarpe e lo sembrano davvero! Più di centro sono i luoghi dove si passa di sorpresa in sorpresa, dove si medita, dove si ascolta un respiro più grande. La “Selva di Sogno” di Deva Manfredo è un posto magico davvero.

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ottobre 26, 2011 / Cento passi

La piramide etrusca

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I dintorni di Bomarzo vantano una delle più ricche concentrazioni di reperti paleocristiani d’Italia; tombe scavate nella roccia, strade tagliate nel tufo, abitazioni abitate fin dalla preistoria e usate dai pastori ancora oggi, monoliti a forma di cubo ancora perfettamente squadrati, giacciono tra le fitte macchie dei bassi rilievi vulcanici che scendono verso il Tevere. E’ da pochi anni che però a tutta questa ricchezza si è aggiunta una scoperta ancor più eccezionale, un enorme sorta di altare, scolpito su di un gigantesco monolito crollato dalla parete vicina. Una scalinata di una di più di 20 gradini porta ad un’area scolpita con altre scalinate e ripiani di difficile interpretazione, ma dalla profonda suggestione. Non ci sia arriva per caso e le domande rimangono senza risposta.

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