Vai al contenuto
ottobre 6, 2014 / Cento passi

Mestia, nel cuore dello Svaneti

Mestia e’ a 1400 metri di altitudine, la stessa altezza del passo dell’Abetone e di Castelluccio, uno dei luoghi più alti perennemente abitati in Italia.

Ma qui siamo in Georgia e Mestia e’ solo il paese più grande della regione dello Svaneti, ma alcuni villaggi sono situati diverse centinaia di metri ancora più in alto.
Ushguli, a circa 40 km da Mestia, vanta di essere il luogo abitato stabilmente più alto d’Europa, a circa 2200 metri di altezza.
Ma la Georgia rientra in Europa?
Questa è un antica diatriba che non sarà mai chiarita perché dipende da come si considera il continente e i suoi confini orientali; la divisione tra Asia ed Europa ha varie sfumature. La Georgia è comunque uno stato per molti versi più orientato all’Europa che all’Asia, soprattutto come cultura, religione e tradizioni.
Una caratteristica comunque indiscutibile di questi paesi sono le case torri, chiamate koshki, vecchie di centinaia di anni.
Le prime furono costruite forse già nel X secolo, la maggior parte nel XIII, e sono state abitate continuamente fino ai primi decenni del XX secolo. 
Alte fino a 25 metri, sono sviluppate molto in altezza e con la parte sommitale leggermente svettante, con tutta una serie di caditoie lungo il perimetro, che permetteva di far piombare, all’eventuale nemico che si approssimava sotto le mura, ogni cosa addosso e di sparagli comodamente in testa.
Attorno a molte case torri e’ addossato un altro edificio, più basso e grande, anch’esso fornito di feritoie e ben fortificato, che permetteva a tutto il clan familiare di trovare un rifugio sicuro.
Solo a Mestia se ne contano diverse decine, mote ancora in buono stato di conservazione, alcune diventate anche caratteristici alberghetti dove si può rivivere, per na notte, la vita degli antichi Svan, come sono chiamati gli abitanti di queste vallate.
Di solito ognuna apparteneva a un clan familiare, allora molto allargato, e spesso in lotta, o meglio, in faida con quella vicina. Certi delitti, certe offese, spesso non si lavavano con il sangue di una persona, ma si tramandavano per generazioni.
Ansche se tutto era governato da un capo villaggio, eletto dagli anziani e saggi del paese, non era facile gestire un popolo spesso continuamente ai limiti della sopravvivenza, legato al raccolto di un anno, a un estate troppo breve, a un inverno troppo freddo. 
Era quasi impossibile ricevere aiuti esterni e l’isolamento di queste valli e’ stato tale che nemmeno i mongoli, che hanno razziato ogni posto, non riuscirono a penetrare nello Svaneti.
La giustizia era però amministrata con severità e spesso, il ladro o l’assassino, venivano puniti con il bando dalla comunità, che era una condanna spesso peggiore della morte.
Singolare l’atto di seppellire una pietra nella terra dopo il pronunciamento di un verdetto da perte del capo villaggio. Non ci si tornava più sopra ,e volenti o nolenti, bisognava accettarlo.
Al centro del paese e’ da non perdere il nuovo museo etnografico, con una raccolta preziosa di icone antiche, recuperate dalle tante chiese sparse per i monti e uniche nel suo genere perché seguono una loro iconografia, manoscritti, croci e altri arredi sacri, ma sopratutto con le straordinarie foto in bianco e nero di Vittorio Sella, alpinista, esploratore e sopratutto fotografo in un tempo in cui ogni lastra fotografica era irripetibile e insostituibile.
Vittorio venne su queste montagne per ben tre volte, nel 1889, nel ’90 e nel ’96, fermando momenti di vita, paesaggi umani e naturali che sono diventati una testimonianza importantissima per la culttura Svan, non solo perché ci sono pochissime altre foto di quei tempi, ma perché sono diventati anche uno strumento per leggere i cambiamenti climatici della terra nell’ultimo secolo.
È’ infatti che proprio  confrontando i ghiacciai fotografati da Vittorio con quelli odierni che il paragone è immediato e sconfortantee; in gran parte si sono arretrati, anche di chilometri!
È difficile pensare oggi, nell’epoca delle macchine digitali, che sfornano immagini di qualsiasi tipo e dimensione e in quantità, a un uomo che doveva viaggiare con una spedizione intera, portando dietro un attrezzatura che richiedeva ore per essere montata e giorni di osservazioni pèr essere posizionata nel posto giusto, per l’ora giusta; non si poteva ripetere lo scatto!
Le lastre, dalle dimensioni di  30×40 centimetri, erano fragili; dovevano essere imballate accuratamente sui basti dei cavalli per non rompersi durante il trasporto, e se avete camminato su questi sentieri, vi domanderete come non hanno fatto ad andare in frantumi!
Qui a Mestia gli hanno dedicato addirittura una via, cosa che nessuno invece ha fatto in Italia.
Il pensiero va poi anche ai primi esploratori di queste zone così impervie del Caucaso che già alla fine dell’800 avevano sfidato le cime dell’Ushba, del Tetnuld e dello Shkhara, tutti alti più del Monte Bianco.
La sera nella guesthouse dove sono alloggiato, sono davanti alla stufa a legna, che fa un bel calduccio, in compagnia del nonno della famiglia che indossa in testa il tipico zuccotto di lana infeltrita marrone; fuori piove.
Ogni tanto il nonno guarda con attenzione un orologio appoggiato sulla credenz,a con il quadrante delle ore inglobato in un cavallo con una ragazza, il tutto dorato e un po’ kitsch, poi mi guarda con fare complice, come dire che lo dobbiamo sapere solo noi, e mi fa capire che è l’ora di un cicchetto e tira fuori la chacha, l’acquavite locale distillata dalla frutta, e me ne offre un bicchierino, mentre lui se ne versa un bicchiere intero.
“Gaumarjos”! Mi fa lui. “Sakartsavelo Gaumarjos”! Gli rispondo io. “Lunga vita alla Georgia”!
Alla quinta occhiata complice gli rispondo; “grazie, ma vado a letto”!

Per vedere alcune straordinarie immagini di Vittorio Sella cliccate qui

Per i prossimi viaggi in Georgia consultate il sito di walden viaggi a piedi


Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: